Leticia: prime impressioni
Il rumore è assordante, incalzante, totalizzante. Planano sulla piazza in migliaia, in formazioni strutturate o forse no. Sembra possano scontrarsi in qualsiasi momento, ma non succede mai, nel caos è tutto calcolato. È forte. Intrappolato in una nube di vibrazioni, per un paio d’ore il mondo si trasforma in un film muto, in cui la gente muove le labbra ma non esce alcun suono.
Sono seduta qui accanto all’umana su una panchina sgangherata di legno del Parque Santander, nel cuore di Leticia, mentre il sole affonda lentamente in lontananza. Ho provato a guardarmi intorno, ho provato a chiudere gli occhi, ho provato a concentrarmi al massimo e a non pensare a niente, eppure non riesco a trovare le parole per descrivere questo rumore.
L’aria è umida, il sudore è incollato al mio corpo come un foglio di pellicola trasparente per cui gli insetti sembrano provare una particolare predilezione. È un gracchiare? Un grido rauco? È acuto o grave? Non riesco a capirlo. Mi chiedo come sarebbe il suono se emesso da un solo esemplare, ma forse non voglio davvero saperlo. La potenza sta nel gruppo. È lo stormo in quanto tale a essere memorabile, scomodamente assordante, maestoso. Come diceva il Grande Corvo, the lone bird dies, but the flock survives. Continuo a non avere la più pallida idea di come descrivere questo suono, forse è il suono poderoso ed effimero della gloria.


Per capire e provare a descrivere tu stessǝ il verso di questi uccelli, vai verso l’ora del tramonto al Parque Santander. Nello stesso parco puoi anche visitare la chiesa, salire sul campanile da dove si vede tutta la città, mangiare larve ancora vive chiamate mojojoy, mangiare cose più normali tipo succulente focaccine di tapioca o farinha, berti un succo fresco, gironzolare tra le fontane e gli alberi.


Cosa fare a Leticia
Leticia in sé non sarà la località più memorabile che ti capiterà di vedere nella vita: disordinata, un po’ grigia, vagamente impersonale. Ma considerando dove si trova nel mezzo del nulla totale, onestamente mi sembra anche troppo viva e fornita. Se hai un giorno o due da passare a Leticia, oltre al già citato Parque Santander, ecco cosa puoi fare:
Visitare il Museo Etnografico del Banco de la Republica
Che ti piacciano o meno i musei, questo è piccolo, carino e altamente informativo soprattutto prima di avventurarti nella giungla. A mezzo isolato dal Parque, è un edificio rosa acceso impossibile da non vedere, con un bel giardino e anfiteatro esterno, dove si trovano i pannelli relative alla storia della zona, alle esplorazioni, all’epoca della colonizzazione, ecc. All’interno invece, oltre a frotte di ragazzini in uniformi scolastiche che fanno i compiti, troverai una sala con artefatti delle varie etnie indigene che abitano la zona. Si gira velocemente ed è un’ottima introduzione per capire meglio la realtà che ti circonda.

Visitare o fare acquisti al mercato
Il mercato, situate sul lungofiume nei pressi di Calle 8, è un delirio di frutta di ogni tipo (varia che probabilmente non hai mai visto), pesce appena pescato a cui probabilmente mozzeranno qualche parte davanti a te, verdure, carne e prodotti vari. L’atmosfera è estremamente vivace, ma i venditori sono meno aggressivi che da altre parti.
Fare la foto di rito davanti alla triplice frontiera
Lo so, sto cadendo nel banale, ma se la città non ha molto da offrire bisogna fare buon viso a cattivo gioco. Al confine tra Leticia e Tabatinga lungo il viale principale e poi a pochi metri dal mercato ci sono due cartelli che indicano la triplice frontiera tra Colombia, Brasile e Perù. La particolarità – che per l’Europa ti sembrerà normale ma qui non lo è – è che si tratta di una cosiddetta “frontiera aperta”, ossia puoi passare liberamente da un lato all’altro nel corso della giornata o anche per qualche giorno senza che nessuno ti controlli documenti o altro. Nel momento in cui decidi di uscire dal paese una volta per tutte, però, devi passare per l’ufficio immigrazione, se no poi ti fanno storie con il passaporto e i gendarmi vengono a cercarti in hotel, come è successo alla mia umana.


Mangiare un gelato amazzonico da Nàì Chì
Vicino al parco ma un po’ nascosta alla vista c’è una gelateria con un’ampia scelta di prelibati gusti tipici dell’Amazzonia che difficilmente troverai da altre parti. Spiega aǝ gelataiǝ che è la tua prima visita e vedrai che ti farà provare un cucchiaino di tutto. Non ho gusti da consigliarti, a me sono piaciuti praticamente tutti!


Tour dell’Amazzonia colombiana: doveroso disclaimer
Le persone rimangono a Leticia di solito solo per prepararsi a un’avventura nella foresta amazzonica. A meno che tu non abbia conoscenti, amici o parenti nelle comunità lungo il fiume, ti tocca esplorare la foresta con un tour o perlomeno con una guida autoctona. Persino le persone indigene si perdono quando la foresta non è la loro, quindi immagina dei poveri umani ignari del clan mucca. [Clan delle persone bianche secondo il Sistema cosmogonico locale]. I tour sono vari e molto simili, io ti consiglio di scegliere attività che non includano attrazioni in cui gli animali sono in cattività. Anche se vai nella giungla con la speranza di vedere animali, l’Amazzonia non è uno zoo. L’esperienza sarà indimenticabile anche senza la foto con un bradipo in braccio o una scimmia sulla collottola.
Se vuoi risparmiare qualcosa, compra il tour direttamente a Leticia, dove avrai la possibilità di parlare con guide e agenzie locali, a volte disposte a creare un itinerario ad hoc per le tue esigenze. In questo modo aumentano anche le probabilità che i tuoi soldi vadano tutti o quasi alle comunità e non alle grandi agenzie di viaggio.

Incursione a Tabatinga
Lungo l’ampia e trafficata Carrera 6, Leticia si trasforma in Tabatinga senza grandi fanfare né semafori. Le insegne dei negozi iniziano a essere in portoghese, ma i clacson molesti e penetranti continuano a suonare nello stesso modo in tutte le lingue. Se vuoi provare l’emozione di valicare la frontiera, fai un giro a Tabatinga all’ora del tramonto. Chiedi a un tuk-tuk di portarti al Mirador Komara per un succo di frutta (o una birra autoctona) a guardare il sole affondare nel fiume. Il mio amico umano Don Orlando mi ha portato con il suo tuk-tuk cantando a squarciagola per tutto il tragitto, prima di sedersi a raccontarmi delle sue avventure nella giungla, inclusa la volta in cui si è perso di notte e non pensava di uscirne vivo.


Tabatinga è anche il vero punto di partenza della barca che da Leticia porta a Manaus, lungo il placido e maestoso Rio delle Amazzoni. Un’esperienza che io e l’umana non potevamo esimerci dal fare e di cui spiegheremo tutte le specifiche tecniche in un altro post.