Viaggiare dal Canada alla Patagonia sulla Panamericana senza aerei non è un’impresa tanto spettacolare, lo ammetto. Lo hanno fatto in tantə: chi in pulmino, chi in bus, chi in macchina, chi in bicicletta, qualcunə anche a piedi spingendo una carriola. Chi per trovare il proprio proposito nella vita, chi per sfida o per ripicca, chi per pellegrinaggio, chi perché non aveva nulla da fare.
Il come
La Carretera Panamericana / PanAmerican Highway è una rete di strade che dall’Alaska arriva fino alla punta della Patagonia. A seconda delle fonti è lunga tra i 30.000 e i 48.000 km circa (non chiedermi chi conta), e attraversa la maggior parte dei paesi delle due Americhe.
Invece che fare semplicemente la traversata in senso longitudinale, l’idea è esplorare a 360 gradi i pertugi di ogni paese alla ricerca di avventure improbabili, di fatto zigzagando allegramente da un lato all’altro del continente tra giungle impenetrabili, impervie strade ghiacciate e ponti pedonali.
Vorrei anche specificare, prima che si gridi allo scandalo e venga tacciata di incoerenza, che non è un viaggio pensato necessariamente in un’unica tranche. Per vedere tutti i paesi del continente americano ci vogliono anni e a volte le circostanze non permettono la completa libertà di movimento (impegni familiari, pandemie varie, guerre civili, limiti di visti turistici, ecc). Ci saranno paesi in cui faremo il bis, il tris e il quatris, perché curiosità e circostanze così hanno voluto.
I mezzi di trasporto di fiducia sono… tutto ciò che non vola! Bus, jeep, mezzi di fortuna, la nostra macchina convertita a minivan Trottola, con tratte marittime e fluviali in barca, escursioni di vari giorni a piedi e, perché no, magari anche in bicicletta. Ogni mezzo ha i suoi vantaggi e le sue difficoltà (io ad esempio non arrivo bene ai pedali della macchina con le zampe, mentre il bagno e la retromarcia sono i problemi principali dell’umana…)
I miei perché
- Mi piace spostarmi per via terrestre o marittima. Ci sarà un motivo se esistono le tartarughe di terra e di mare, ma non d’aria, no?
- Cambiare continente per starci solo un paio di settimane non è sostenibile e per me è importante sviluppare itinerari variegati con l’impatto minore possibile.
- Prendere aerei è estremamente dannoso per il pianeta.
- I viaggi lunghi e lenti mi permettono di vedere un sacco di cose che non vedrei seduta su uno scomodo volatile artificiale in cui peraltro mi fischiano sempre le orecchie.
- L’umana è diventata piuttosto insistente in merito e voglio farla stare zitta.
- In generale per me il viaggio è tanto importante quanto la meta e questo percorso tra un capo e l’altro ha davvero di tutto.
Questo post, in costante aggiornamento, sarà un ricettacolo di storie e informazioni tecniche su come attraversare le frontiere tra paesi: da quella volta in cui hanno messo due timbri d’entrata sul passaporto dell’umana, a quella in cui l’hanno messa in fila tra le persone sospette perché aveva contato male i giorni ed era rimasta in un posto troppo a lungo, a quella in cui durante il controllo dei bagagli è saltato fuori un geco dallo zaino suscitando l’ilarità del doganiere.
Per domande più o meno specifiche relative alla logistica, lascia un commento qui sotto o scrivici un’email. 🙂
Cominciamo?
Pingback: Itinerario di viaggio ad Haida Gwaii in immagini - The Globetrottoise
Pingback: Trekking del Quilotoa: guida completa - The Globetrottoise